La nostra è una società che pulsa di parole.
Le persone hanno necessità di dire.
Più di dire che di ascoltare.
Ma cos’è che hanno da dire?
A volte, neppure lo sanno.
C’è urgenza di imparare che dire non è comunicare.
Un microfono in mano non è solo un mezzo di comunicazione.
Può diventare lezione.
Perché farsi sentire da un pubblico non è un gioco.
Se a voce accesa, si spegne il pensiero, c’è del lavoro da fare.
Se a voce accesa, si sforano i tempi, c’è del lavoro da fare.
Un microfono crea contatto, non solo uditivo, umano.
Se amplifica la voce di buoni pensieri, (ri)solleva il mondo.
Il mio microfono guarda negli occhi.